Lavoro dipendente, erogazione istantanea del bonus Pasqua 2025: ti ritrovi questa cifra in più in busta | Ti spetta per legge

Bonus Pasqua 2025 - circuitolavoro.it
Ti ritrovi più soldi in busta paga e non sai da dove arrivano: è colpa della Pasqua, ma in pochi che ne usufruiscono ne sono a conoscenza.
C’è chi ancora non lo sa, ma lo scoprirà presto. Basta aspettare la prossima busta paga. Qualcosa cambierà, e no – non sarà un errore del reparto contabilità né un colpo di fortuna pasquale.
Una cifra in più comparirà sullo stipendio di maggio, senza richiesta, senza straordinari, senza premi. Un’aggiunta silenziosa, ma perfettamente legittima. E ha tutto a che fare con una festività caduta nel giorno ‘sbagliato’.
Anche quest’anno la Pasqua è arrivata di domenica. Un dettaglio che per molti passa inosservato, ma che attiva un automatismo ben preciso, previsto dai contratti collettivi. È così che molti lavoratori si troveranno soldi in più. Non per gentile concessione, ma perché la legge lo impone.
Il bonus Pasqua in busta paga: dai 30 ai 100€ lordi
Facciamo subito un esempio concreto. Prendiamo Marco. Lavora in un’azienda metalmeccanica, contratto a tempo pieno dal lunedì al venerdì. La domenica è il suo giorno libero, quindi a Pasqua non ha lavorato. Ma proprio lì nasce la questione. Essendo una festività nazionale, la Pasqua dovrebbe portare un vantaggio. Ma nel suo caso non ha aggiunto nulla: era già a casa, e non ha ricevuto né riposo compensativo né recuperi. Morale? Quella festività è andata ‘persa’.
E qui scatta il meccanismo: per la festività non goduta, il contratto gli riconosce un’indennità. Non deve chiederla, non deve segnalarla. Il datore di lavoro, se applica le regole, la include automaticamente nel cedolino di maggio.
L’importo può variare dai 30 ai 100€ lordi, in base al contratto e alla retribuzione. Ma chi ne ha diritto, spesso non lo sa. Vediamo tutte le casistiche.
A chi spetta il bonus Pasqua 2025
Il caso più frequente è proprio quello di chi, come Marco, ha la domenica come giorno di riposo. Quando la Pasqua cade di domenica, non c’è modo di goderla, e quindi scatta il compenso. I contratti collettivi – pubblici e privati – prevedono che questa perdita venga monetizzata con una maggiorazione in busta.
Diverso il discorso per chi lavora la domenica, come turnisti, infermieri, commessi, ristorazione. In quel caso, la festività rientra già nel turno: o si applica la maggiorazione per lavoro festivo, oppure nulla. Non ci sono doppie retribuzioni.
E chi lavora part-time? Dipende tutto dal contratto. Se la domenica non rientra nei giorni lavorativi, vale lo stesso principio di Marco. Se invece lavora, si valuta caso per caso come da contratto.
Alla fine, tutto ruota attorno a questa domanda: quella domenica era un tuo giorno libero? Se sì, e la festività non è stata recuperata, allora ti spetta un compenso extra. Per legge.