UFFICIALE GIORGIA MELONI, scatta la tassa divorzio: se ti separi perdi tutto in dichiarazione dei redditi | Vogliono farci stare insieme per sempre

Giorgia Meloni - circuitolavoro.it
Da quest’anno chi è separato dice addio alle detrazioni: la nuova legge fa pagare tutte le tasse a chi è separato.
C’è chi afferma che certe decisioni sono frutto di strategie fiscali per combattere la crisi in Italia e chi, che sia una forma di incentivo alle famiglie. Pensieri ed ipotesi a parte, separarsi adesso ha un costo fiscale altissimo, che nel suo piccolo penalizza quella che possiamo definire ‘libertà sentimentale’.
Ma non parliamo di sentimenti, bensì di tasse. Con la nuova Legge di Bilancio, le detrazioni IRPEF per i familiari a carico sono state riscritte, e la novità più pesante riguarda proprio i coniugi legalmente separati: niente più agevolazioni fiscali, nemmeno un euro di sconto in dichiarazione.
La motivazione ufficiale dietro la stretta fiscale sui coniugi separati è legata alla “semplificazione e razionalizzazione del sistema delle detrazioni”.
Se ti divorzi paghi le tasse per intero
Quando finisce l’amore, finiscono anche le detrazioni, almeno da quest’anno. Fino al 2024, chi era separato legalmente e manteneva un ex coniuge senza reddito poteva ancora respirare un po’. Bastava che l’ex restasse sotto i 2.840,51 € l’anno, e scattava la detrazione IRPEF da ‘familiare a carico’. In certi casi, anche senza assegno stabilito dal giudice, si usava la scappatoia degli “altri familiari”.
Dal 2025, tutto sparito. La Legge di Bilancio ha riscritto l’art. 12 del TUIR: un ex coniuge, anche se privo di reddito, non è più fiscalmente a carico in nessun caso. Né come coniuge, né come familiare, nemmeno se si continua a vivere insieme o a passargli dei soldi ogni mese.
Il motivo? Semplificare, razionalizzare, evitare interpretazioni troppo elastiche. In pratica: se non siete più marito e moglie, ognuno per conto suo – anche davanti al Fisco. Una scelta che fa pulizia nelle regole, ma lascia scoperti i casi più fragili. Perché un ex partner disoccupato, magari con figli, resta comunque un carico. Ma ora è un carico invisibile.
Ed è qui che sorge spontanea una domanda: si possono dedurre le spese del mantenimento? Ecco, qui si apre un altro capitolo. Neanche questo particolarmente generoso.
Il mantenimento si scarica? Solo in parte
Chi versa un assegno periodico all’ex può dedurlo dal reddito. Ma solo se è stabilito da un giudice. Niente accordi tra ex, niente pagamenti volontari: o c’è una sentenza, o non si scarica nulla.
La cifra, se ammessa, si toglie dal reddito prima che venga calcolata l’IRPEF. Non è una detrazione (che abbatte l’imposta da pagare), ma una deduzione, cioè una riduzione dell’imponibile.
E per i figli? Peggio ancora. Anche se l’assegno è stabilito da un giudice, non è deducibile. L’unico beneficio resta l’Assegno Unico dell’INPS, legato all’ISEE. In dichiarazione dei redditi, di loro non resta più traccia. In fondo, è semplice: le detrazioni finiscono con l’amore. E il conto, alla fine, lo paga chi resta.