UFFICIALE INPS, dovete restituire la pensione: rivogliono i soldi fino all’ultimo centesimo | O paghi o scatta il pignoramento

UFFICIALE INPS, dovete restituire la pensione: rivogliono i soldi fino all’ultimo centesimo | O paghi o scatta il pignoramento

Pensione INPS - circuitolavoro.it

L’INPS sta mandando richieste di restituzione della pensione: secondo gli accertamenti, milioni di pensionati hanno ottenuto cifre errate.

Andare in pensione è un punto di arrivo per moltissime persone che, dopo anni di lavoro, si godono il frutto del proprio operato. Ma non solo. La pensione ha tante sfumature: c’è quella sociale, un assegno minimo che permette di mantenersi una volta raggiunta l’età pensionabile, nonché le varie formule anticipate. Tutte queste modalità hanno in comune una cosa sostanziale: ad erogarle è l’INPS.

Al contempo, il pensionato deve garantire dichiarazioni corrette, nonché richiedere eventuali integrazioni solo se queste spettano realmente. Tutto molto chiaro, così come è facile raggirare il sistema e ottenere somme più alte indebitamente. Ancora più facile? Sbagliarsi senza volerlo o subire l’errore a causa di un calcolo errato dell’INPS. In quest’ultimo caso, diventa ancora più dura da digerire, specialmente quando le somme da restituire superano migliaia di euro e ignorarle porta al rischio di pignoramento.

INPS, a chi sta chiedendo indietro la pensione

L’INPS ha iniziato a bussare alla porta di milioni di pensionati. Ma stavolta non si tratta di aumenti, ma di restituzioni. Secondo gli accertamenti, molti hanno ricevuto importi non spettanti, e ora devono rimborsare fino all’ultimo centesimo. Cifre che in alcuni casi superano i 10.000€, anche per errori risalenti a diversi anni fa. Secondo le ultime informazioni in merito, i motivi principali per cui l’INPS può chiedere un rimborso sono:

  • Errori nei calcoli degli importi spettanti, magari emersi dopo anni
  • Mancata presentazione del modello RED, fondamentale per verificare il reddito
  • Omissione di variazioni reddituali che fanno decadere il diritto alle integrazioni
  • Ricoveri in strutture pubbliche non dichiarati tempestivamente
  • Residenza all’estero non comunicata, che può compromettere l’accesso ad alcuni benefici
  • Pagamenti doppi o non dovuti per errori procedurali.

Tutte situazioni, queste, che richiedono la restituzione. In tutto ciò, la maggior parte di questi casi non nasconde una truffa, ma semplici sviste o difetti nei controlli. Eppure, quando arriva la lettera dell’INPS, la questione si fa delicata, e si segue un iter ben preciso.

Pensionati di schiena presso ufficio INPS
Pensioni e richieste di restituzione delle somme – circuitolavoro.it

Come si può restituire la somma: rate, opposizione, morte del pensionato

Per fortuna, anche in questi casi non tutto è perduto: chi riceve la comunicazione può agire. Prima di tutto, è possibile chiedere la rateizzazione, dimostrando una difficoltà economica o un reddito basso. In alternativa, si può fare opposizione, soprattutto se si ritiene che la cifra sia frutto di un errore non imputabile al pensionato.

Ma che succede se il pensionato muore prima di saldare? L’INPS può rivalersi sugli eredi, ma non sempre. Una recente sentenza della Corte dei Conti ha stabilito che gli eredi non sono obbligati a restituire nulla se il defunto ha agito in buona fede. Solo in caso di dolo – cioè se il pensionato ha mentito o nascosto informazioni – la richiesta può estendersi agli eredi.