Agenzia delle entrate, fiumi di lettere ROSSO FUOCO nelle cassette della posta: se la ricevi corri dall’avvocato | Ti vogliono pignorare tutto

Agenzia delle entrate, fiumi di lettere ROSSO FUOCO nelle cassette della posta: se la ricevi corri dall’avvocato | Ti vogliono pignorare tutto

Busta rossa Agenzia delle Entrate (immagine illustrativa) - circuitolavoro.it

In questi mesi molti contribuenti stanno ricevendo delle raccomandate, ma invece di essere verdi o bianche, sono rosse, rosso fuoco: di cosa si tratta e perché temerle?

Le raccomandate incutono sempre un certo timore, poiché – anche se tecnicamente parlando si tratta sempre di avvisi formali – nella realtà dei fatti sono spesso comunicazioni tutt’altro che positive. E quando si ha qualche scheletro nell’armadio, le probabilità che si tratti di una richiesta di pagamento o, ancor peggio, di un pignoramento, aumentano.

Quando arrivano tramite il postino, quello che possiamo notare a colpo d’occhio è il colore: bianche nella maggior parte dei casi, verdi quando la situazione è già più seria. Poi, leggendo le prime righe, possiamo anche risalire all’ente mittente, che spesso – e volentieri – è proprio l’Agenzia delle Entrate.

E se già il verde, colore della calma per eccellenza, incute un certo timore tra i contribuenti, figuriamoci ricevere una busta rossa: il colore dell’allarme per definizione. Ecco, in questo caso la situazione non andrebbe affatto presa alla leggera, perché quello non è un semplice avviso, ma un vero e proprio avvertimento formale.

Buste rosse: chi le manda davvero e cosa contengono

Partiamo da un chiarimento: non è la busta a essere completamente rossa, come si potrebbe immaginare. Di solito è bianca o avorio, ma ciò che colpisce – e che la rende immediatamente riconoscibile – sono le scritte in rosso vivo stampate sopra.

Queste comunicazioni non arrivano quasi mai dalla classic Agenzia delle Entrate, quella che gestisce dichiarazioni e controlli. A inviarle, in realtà, è spesso l’Agenzia Entrate-Riscossione – che anche se spesso confusa, è un altro ente – oppure un ufficiale giudiziario, un tribunale, un avvocato o persino un Comune, nei casi di multe o tributi locali non pagati.

Dentro ci sono atti come:

  •  Cartelle esattoriali già scadute, con rischio di pignoramento
  • Atti di precetto, ovvero l’ultimo avviso prima dell’esecuzione forzata
  • Avvisi di fermo amministrativo, soprattutto sull’auto
  •  Citazioni in giudizio o intimazioni di pagamento

Tutti documenti che hanno una cosa in comune: fanno partire un conto alla rovescia. Di solito si hanno 5, 10 o 30 giorni per reagire. E quando si lascia passare il tempo, il rischio è concreto: si può arrivare al blocco del conto corrente, al pignoramento dello stipendio, o a una procedura esecutiva vera e propria. Ma cosa fare in questi casi?

Busta rossa, atto giudiziario
Busta rossa, atto giudiziario – circuitolavoro.it

 Cosa fare se si riceve una busta rossa

La prima regola è semplice: non ignorarla. Aprirla subito, leggere tutto con attenzione, e capire cosa si ha tra le mani. Se non si è esperti, è fondamentale rivolgersi a chi può interpretarla correttamente: un avvocato, un CAF, un commercialista.

Spesso si può intervenire contestando l’atto, chiedere una rateizzazione del debito, dimostrare che è stato già pagato,  oppure fermare una procedura in extremis.

Chi ha SPID o CIE può anche accedere al sito dell’Agenzia Entrate-Riscossione e verificare online la propria posizione, controllando se ci sono cartelle aperte o notifiche già partite.

In ogni caso, non va sottovalutata. Quella scritta in evidenza è più che sufficiente per capire che il mittente non sta più chiedendo, ma sta agendo. E a quel punto, il tempo è tutto.